9.12.14

Fedra tremila anni dopo



Va citato anche “Stanotte vorrei parlare”, scritto nel 1999 e andato in scena con buona eco di stampa a Trieste nel maggio ’99 e nel giugno 2000 (2), di e con  Barbara Della Polla. La Della Polla  compone un lungo monologo-puzzle ove, dopo il I stasimo di “Ippolito”, si susseguono versi di Ritsos e Racine, Seneca e D’Annunzio; la messinscena, non più ripresa dopo il duemila, può risultare esemplare di quegli aggiornamenti tecnologici che in questi ultimi anni sono toccati in sorte a tutto il teatro antico. Il percorso di Fedra, identico da millenni, avviene nella versione della scrittrice triestina attraverso le immagini, multimediali naturalmente. Ippolito, concupito con passione, è lontanissimo, e il segno della impossibilità di raggiungerlo è dato dal monitor che lo racchiude e lo cela al mondo. Luci, suoni e immagini di vortici marini rappresentano invece il flusso del monologo interiore in cui virtuosisticamente si esibisce la bravissima attrice che reinventa il linguaggio di Fedra  componendo le parole dei testi di ogni epoca a formare tanti e suggestivi microlinguaggi scomposti, in fondo, non per Fedra ma per una sorta di fantasma di lei che può solo rivolgersi a uno dei quattro monitor che celano l’oggetto del suo desiderio.

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Fedra tremila anni dopo di Margherita Rubino - Università di Genova

Le Farfalle di Trieste

LE FARFALLE DI TRIESTE
Da un libro di Fabrizia Ramondino, l'attrice e regista Barbara Della Polla ha tratto uno spettacolo che riprende i temi della sofferenza psichiatrica. Un lavoro con quindici donne in scena, in cui allegria, dolore, esuberanza, fragilità sembrano miracolosamente in bilico, colte sul limite dove la vita e la sua rappresentazione si toccano. Di Passaggio che ha debuttato al Teatro Rossetti, prodotto dallo Stabile del Friuli - Venezia Giulia e dalla Piccola Società Cooperativa Cassiopea, sarà a Roma il prossimo aprile


di ROBERTO CANZIANI


Trieste - Quando era ancora bambina, Fabrizia Ramondino viveva a Maiorca. Erano gli anni Quaranta e il padre, console dell'Italia fascista, la portò un giorno a teatro. Dopo lo spettacolo, la ragazzina che tanto spesso aveva giocato con la voliera fatta costruire nel giardino della grande villa, gli rivelò un segreto. <<Papà, da grande voglio diventare come gli uccelli: una ballerina>>. <<No - corresse il padre - diventerai una bibliotecaria>>
(continua)
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IL CIRCO DELLE DONNE

IN PASSERELLA LE CLOWN DEL TORMENTO E DELLA TENEREZZA
Barbara Della Polla ha ideato Il Circo delle Donne, spettacolo prodotto dal Teatro Stabile del FVG, l'istituzione pubblica che opera a Trieste, e dalla Piccola Società Cooperativa Cassiopea. Nella città di Basaglia, quindici straordinarie artiste del disagio mettono in pista il diario delle proprie ferite. E sorridono


di ROBERTO CANZIANI


Trieste - Due anni fa la regista Barbara Della Polla aveva inventato uno spettacolo in cui il teatro scavalcava il teatro per tentare una bizzarra adesione alla vita. Le storie raccolte dalla scrittrice Fabrizia Ramondino durante la sua permanenza al Centro Donna di Trieste e pubblicate in un libro-inchiesta si trasformavano in un variété di canzoni e emozioni. Ospite nella città della riforma psichiatrica di Basaglia, Ramondino raccontava di donne ferite dalla malattia, fisica o mentale, donne che non aderivano al modello comune di donna, donne messe da parte sul lavoro o in famiglia. Alcune di loro avevano trovato la forza e l'ironia per salire in palcoscenico e trasformare in teatro il diario delle proprie ferite. Se possibile sorridendo. Di passaggio si intitolava lo spettacolo, che la guida registica di Della Polla aveva composto in un circo di racconti, talenti, divertimenti.(continua)
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